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Allegri ritrova tre elementi: Chiellini, Alex Sandro e Asamoah sono tornati ad allenarsi. Domani gli esami per Marchisio: salterà l'Inter, ansia per il ritorno col Bayern.
La girandola di emozioni a cui la Juventus sta abituando tutti, culminata con l'emozionante rimonta contro il Bayern Monaco, vale anche per la condizione fisica dei suoi elementi. Perché, se tre di questi tornano ad allenarsi con il gruppo, uno potrebbe essere costretto a un nuovo stop.
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I tre tornati a rivedersi a Vinovo sono Giorgio Chiellini, Alex Sandro e Kwadwo Asamoah, come ha comunicato la Juventus sul proprio sito ufficiale: possibile che Allegri possa sceglierli già per la sfida contro l'Inter, posticipo della ventisettesima giornata in programma domenica sera. In ogni caso, il tecnico li ha di nuovo a disposizione.
Non ha a disposizione, invece, Claudio Marchisio. Il cambio con Hernanes nell'intervallo della gara contro il Bayern ha sorpreso un po' tutti, ma quasi subito è emersa la verità: il Principino è uscito a causa di un problema muscolare, l'ennesimo per un bianconero in una stagione tormentatissima da questo punto di vista.
Nella giornata di domani sono in programma gli esami strumentali che faranno luce con completezza sulle condizioni del centrocampista, anche se appare ormai certa la sua assenza dal big match contro l'Inter. E occhio perché all'orizzonte, tra tre settimane, c'è già il ritorno contro i tedeschi.
Juventus-Bayern 2-2: 'Madama' col cuore, Dybala e Sturaro beffano Pep
La Juventus va sotto di due goal per merito di Muller e Robben, ma riesce a reagire e costringe al pari il Bayern: a segno Dybala e Sturaro.
Partita dai due volti con un'unica costante: Bayern, tecnicamente e tatticamente, superiore alla Juventus. Ma i bianconeri, sotto di due goal, manifestano una componente caratteriale non indifferente, portando a casa un 2-2 che – seppur rappresenti una missione difficile – in Germania lascia aperto il discorso qualificazione.
MANDZUKIC IS BACK - Tutto, per una volta, come da pronostico in casa bianconera. Spazio a un ibrido 4-4-2 caratterizzato da Buffon tra i pali; Lichtsteiner, Bonucci, Barzagli ed Evra in difesa; a centrocampo Cuadrado sulla destra, al centro Khedira e Marchisio, Pogba sul lato mancino del campo; in attacco il rientrante Mandzukic assistito da Dybala. Pep Guardiola, invece, disegna un Bayern Monaco atipico non decifrabile dal punto di vista del sistema di gioco: Neuer in porta; pacchetto arretrato con Lahm, Kimmich, Alaba e Bernat; Vidal e Thiago Alcantara davanti alla difesa; Douglas Costa, Muller e Robben alle spalle di Lewandowski.
POSSESSO BAVARESE - Bayern Monaco a fare possesso, Juventus attenta nelle ripartenze. Questo, nei primi minuti, il motivo dell'incontro. Vidal, grande ex della sfida, ultimo terminale; occhi puntati principalmente sui movimenti di Dybala. Ma la prima conclusione è proprio del cileno, destro potente dalla distanza ben respinto dall'attento Buffon. Una chiusura di Barzagli accende lo Stadium, il che sottolinea l'ottimo approccio dei bavaresi. Momenti, quelli iniziali, difficili per la Vecchia Signora. Da un errore in disimpegno di Vidal nasce la prima palla goal per i padroni di casa: Mandzukic però non riesce a coordinarsi per ottimizzare totalmente. Muller, dopo una grande giocata del Bayern, per un leziosismo inutile non trova la rete. Guardiola su tutte le furie in panchina. I bianconeri faticano ad alzare il proprio baricentro, difficile neutralizzare il possesso degli ospiti, veloce e poco scolastico. Cuadrado prova a creare la superiorità numerica e, da un uno contro uno, Douglas Costa racimola una meritata ammonizione.
MULLER ALLO SCADERE - Robben, con il mancino, spaventa Buffon. La difesa bavarese è costantemente alta e, giocoforza, la Juventus ci prova anche con i lanci lunghi: Bonucci a pescare Dybala, controllo non perfetto dell'argentino e retroguardia biancorossa graziata. La manovra del Bayern Monaco, fluida e gradevole, viaggia unicamente sul binario della pazienza, costringendo la Juventus a sprecare grandi energie – partendo dagli attaccanti – in fase di non possesso. Bernat trova Buffon in posizione, tedeschi padroni assoluti del campo, Juventus concentrata esclusivamente a chiudere le traiettorie di passaggio. Lewandowski, dagli sviluppi di un calcio da fermo, non beffa l'estremo difensore azzurro. Marchisio, in cabina di regia, non incide nella costruzione del gioco, andando in confusione nel pressing totale degli uomini di Guardiola. Il finale di primo tempo si spegne con il Bayern Monaco a premere sull'acceleratore con tutti i suoi uomini. Prodotto finale? Rete di Muller post azione imbastita sull'asse Robben-Douglas Costa. Vantaggio ampiamente meritato.
ROBBEN & DYBALA - Mossa obbligata attuata ad inizio ripresa da Allegri: dentro Hernanes per Marchisio. Sostituzione effettuata per un problema muscolare. Il copione della gara non cambia, Bayern Monaco sempre a fare la partita e Juventus ininterrottamente in sofferenza. Le ripartenze della Juventus si espongono a pericoli significativi e, giustappunto, Robben non perdona con un mancino chirurgico e fulmina l'incolpevole Buffon. La partita diventa disperata per Madama, ma è sempre il carattere a contraddistinguere la Vecchia Signora. E la rete di Dybala, creata dalla massima determinazione, riapre una partita pressoché morta e sepolta. Neuer dice di no a Cuadrado, Pogba a giro non trova il sussulto vincente. Dentro Sturaro per un Khedira non al top della condizione.
CUORE JUVE - Lo Juventus Stadium diventa una bolgia, impianto trascinato dalle giocate in campo dei bianconeri, per nulla propensi a dare strada al furore ospite. Guardiola comprende il momento difficile dei suoi ed inserisce Benatia per Bernat. Risponde la Vecchia Signora con Morata per Dybala, passaggio al 4-3-3 puro. E la mossa si rivela azzeccata con l'assist di testa del centravanti spagnolo ben sfruttato dall'inserimento sopraffino di Sturaro. Il duello diventa totale; scontro nello scontro tra Mandzukic e Vidal. C'è spazio per Ribery al posto di Douglas Costa. La fatica si fa sentire da entrambe le parti, squadre lunghe e poco propense al tatticismo negli attimi finali, è lo spettacolo a giovarne: 2-2 emozionante.
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