Алегри исповедует спокойствие и терпение
Allegri predica sempre calma e pazienza, La Juventus ha le qualità necessarie per addormentare/svegliare le partite, nei momenti difficili si può trovare la chiave vincente.
La Juventus sta crescendo in personalità e, questo aspetto, potrebbe pesare in chiave scudetto. Se parlare di tricolore fino al primo tempo contro l'Empoli avrebbe rappresentato una bestemmia, nell'attuale quadro il discorso sembrerebbe essere cambiato drasticamente. I bianconeri non saranno ancora quelli della passata stagione, difficile pensare di riavviare la macchina a pieni giri avendo cambiato metà organico, ma sicuramente nelle ultime settimane si sono viste cose interessanti e, considerando la bontà degli acquisti estivi, l'attuale ruolino di marcia positivo dovrebbe svilupparsi con densità fino alla sosta natalizia.
Questo l'obiettivo di Massimiliano Allegri , costretto a rincorrere dopo un avvio in campionato stentato e sfortunato, bravo nell'essersi ritrovato in un momento che – per lui – sarebbe potuto diventare concretamente pericoloso. In corso Galileo Ferraris hanno sempre manifestato un'oggettiva fiducia nelle proprie mosse di mercato e nelle scelte dell'ex mister milanista e, il tempo, sta dando ancora ragione all'a.d. Beppe Marotta e al d.s. Fabio Paratici.
Difficile, ad oggi, ipotizzare una Juventus per la quinta volta consecutiva campione d'Italia; certamente, tirando in ballo le ultime prestazioni, Buffon e compagni diranno la loro – tanto per usare uno slogan caro al popolo zebrato – fino alla fine. L'aver ottenuto meritatamente, e senza soffrire oltremisura, un posto agli ottavi di Champions League, ha iniettato alla truppa torinese una dose di fiducia non indifferente e, i risultati delle dirette concorrenti in Italia, fanno capire come non si possa mai dare nulla per scontato.
La Roma , fino a qualche tempo fa, sembrava la maggiore indiziata a vincere “agevolmente” lo scudetto. Ora, invece, i giallorossi non appaiono in salute come la Juventus. Una volta in crisi Allegri; un'altra Rudi Garcia. Questo meccanismo, si sa, nel Belpaese attira violentemente. L'allenatore toscano, inoltre, passo dopo passo sta recuperando tutti i suoi uomini chiave.
Palermo-Juventus 0-3: Rimonta continua, quarto posto a -3
La Juve sbanca il 'Barbera', battendo il Palermo per 3-0. Nella serata di Dybala, alla prima da avversario davanti ai suoi ex tifosi, decidono Mandzukic, Sturaro e Zaza.
La Juventus passa a Palermo e centra il quarto successo consecutivo in campionato. In generale, invece, il quinto considerando l'impegno vinto in Champions League contro il Manchester City. Una Vecchia Signora, probabilmente, non bella. Ma dannatamente pratica. E, per ora, ad Allegri può andare bene così. Palermo da rivedere, il cambio di guida tecnica – dal punto di vista del gioco – non sembrerebbe aver comportato benefici in casa rosanero.
SORPRESE SULLE FASCE – Davide Ballardini torna al 'Renzo Barbera' dopo la prima esperienza sulla panchina rosanero nella stagione 2008-2009, nuovo esordio bagnato con il punto esterno ottenuto contro la Lazio. Per la compagine padrone di casa è tempo di 4-3-2-1.
Sorrentino in porta; Struna, Goldaniga, Gonzalez e Lazaar a comporre la linea difensiva; Hiljemark, Jajalo e Chochev a dare qualità al centrocampo, Vazquez e Brugman ad agire dietro Gilardino. Massimiliano Allegri, ancora una volta, sorprende tutti con l'assetto iniziale. Continuità di modulo. Ma non di uomini: 3-5-2. Buffon tra i pali; Barzagli, Bonucci e Chiellini nel reparto arretrato; Cuadrado ed Evra sulle corsie esterne; Marchisio in regia di centrocampo assistito da Pogba e Sturaro; in attacco Mandzukic e Dybala preferito a Morata.
VIETATO FALLIRE – E' del Palermo la prima conclusione della partita, Brugman dalla distanza non trova la porta, ma i rosanero fin dai primi minuti provano ad imporre un ritmo elevato all'incontro. Sempre in avvio da registrare un tentativo di Hiljemark. Troppi disimpegni imprecisi nella fase embrionale del match per la Juventus, obbligata a vincere per rosicchiare punti qua e là, pressione indubbiamente roboante ma al tempo stesso stimolante.
Dybala abbassa il suo raggio d'azione per agevolare gli inserimenti degli esterni e, dai suoi piedi – assistito da un cross interessante – nasce una potenziale occasione per Mandzukic, la seconda considerando il cross di Sturaro, su cui il croato non riesce ad arrivare con i tempi giusti. Il Palermo, conscio del dislivello tecnico, cerca di chiudere oculatamente tutti gli spazi. Mentre i bianconeri, avvalendosi di elementi brevilinei e muniti di grandi fosforo, provano ad arginare la manovra rosanero con ripetuti movimenti senza palla.
MANOVRA STERILE – Il cuore del primo tempo si sviluppa seguendo un filone ben preciso: l'imprecisione. Entrambe le squadre provano a sbloccarla, ma manca sempre l'ultimo dettaglio – che poi dettaglio non è – per trovare la via della rete. Il Palermo sfiora il vantaggio con un diagonale di Gilardino; occasione nata grazie alla partecipazione di Vazquez.
Marchisio sta acquisendo, gara dopo gara, una condizione atletica accettabile e, in entrambe le due fasi, l'apporto del Principino inizia a farsi sentire positivamente. Dybala, probabilmente, paga anche l'aspetto emotivo. Nel capoluogo siciliano ha imparato a conoscere il grande calcio e, per lui, questa non può essere una serata come le altre. E lo si capisce da un colpo di testa non sfruttato adeguatamente post cross di Sturaro. Per vedere sfondare Cuadrado sulla destra ci vuole il 44'. E il primo tempo, senza grandi sussulti, termina sul risultato di parità.
MANDZUKIC DI POTENZA – Pogba, all'inizio del secondo tempo, con un'entrata scomposta – dopo aver rimediato nel primo tempo un meritato cartellino giallo – rischia di finire anzitempo la sua partita. Sturaro, e non è mai stata la sua caratteristica principale, fatica in fase di possesso, ma il metodista sanremese sta crescendo vistosamente.
Mandzukic è in forma e, infatti, con uno stacco imperioso porta in vantaggio gli ospiti: ottimo, nell'azione del goal siglato dal croato, il cross di Dybala. Importante, per non dire vitale, per la Vecchia Signora aver trovato il suo miglior ariete. Il Palermo ha poche idee e confuse, Vazquez prova a inventarsi qualcosa, ma fondamentalmente predica nel deserto. Bocciato Hiljemark, dentro Quaison. Una mossa, quella apportata da Ballardini, per provare ad alzare il baricentro della sua squadra.
BOTTI FINALI – Girandola dei cambi. Allegri inserisce Morata per Mandzukic, ancora una volta alle prese con una rete pesante per non dire pesantissima. Esce anche Gilardino – impalpabile – per Trajkovski. E, per non rischiare in fase difensiva, la Juventus toglie Cuadrado per mettere al suo posto Lichtsteiner. Nelle battute finali la partita diventa noiosa, pallino del gioco affidato nei piedi dei giocatori del Palermo, ma i rosanero non sono in serata e avranno molto da lavorare a stretto giro di posta.
I bianconeri si limitano a controllare i ritmi di gara, poca fase offensiva e tanta fisicità in mezzo al campo, l'ideale per far passare minuti e, parallelamente, conquistare un prezioso successo esterno. Il pubblico locale si divide tra fischi e applausi per l'uscita di Dybala, vecchio goiellino del patron Zamparini, acquistato a suon di soldoni dagli uomini di corso Galileo Ferraris. Nella vittoria bianconera – assist per Mandzukic – c'è anche lo zampino della “Joya”. A chiuderla sono Sturaro: sinistro chirurgico. E Zaza: mancino vincente. E' ottima Juve.
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