Kevin Lasagna beffa l'Inter, fermata sull'1-1 dal Carpi: rete dell'attaccante emiliano nel recupero, che risponde al sigillo nel primo tempo di Palacio.
Pioggia di fischi per l’Inter di Mancini. I nerazzurri non vanno oltre l’1-1 contro il Carpi, subendo in pieno recupero il goal del pari di Lasagna dopo il vantaggio di Palacio nel primo tempo. Un risultato pienamente meritato dalla squadra di Castori, sempre in partita nonostante l’inferiorità numerica nel finale di gara. Nerazzurri apparsi in difficoltà, sfilacciati in difesa e poco incisivi in attacco, sia in ripartenza che a difesa schierata.
OUT MIRANDA – Diverse sorprese nell’undici nerazzurro: Miranda, diffidato, viene tenuto precauzionalmente fuori in vista del derby, mentre in mediana Felipe Melo torna tra i titolari per affiancare il croato Brozovic. A destra, Montoya viene lanciato a sopresa dal primo minuto. In avanti, nuova esclusione per Jovetic: è Palacio a far coppia con Maurito Icardi, con Perisic e Ljajic sulle ali. Novità anche per Castori, che ridisegna il suo Carpi mantenendo tuttavia il consueto 3-5-2 con Mancosu e Mbakogu a formare il tandem offensivo. In assenza di Gagliolo, Suagher affianca Romagnoli e Zaccardo al centro della difesa, mentre in mediana c’è spazio per l’ex bolognese Crimi. In panchina Lollo e il nuovo acquisto Sabelli, ex Bari.
EQUILIBRIO IN CAMPO – Pronti via, e il Carpi mette subito paura ai nerazzurri. Mbakogu sfonda centralmente e batte Handanovic con un preciso piatto destro, ma a gioco fermo per un contatto in area tra Mancosu e Murillo sanzionato da Gervasoni. L’Inter nei minuti successivi prova a fare la partita, ma gli ospiti sono bravi nel chiudere gli spazi e nello sfruttare l’ampiezza del campo per ripartire. Gli esterni nerazzurri sono spesso costretti ad accentrarsi per trovare palloni giocabili: ci prova Perisic da fuori per due volte rientrando sul mancino, ma è il Carpi ad avere le occasioni migliori con Mbakogu e Mancosu da distanza ravvicinata: salva tutto il solito Handanovic.
LA SBLOCCA PALACIO – Con il passare dei minuti aumentano le difficoltà dell’Inter, che si allunga vistosamente: il Carpi cerca di approfittarne alzandosi e accompagnando le ripartenze anche con gli interni Crimi e Martinho, molto attivi in entrambe le fasi. Ma è l’Inter, nonostante tutto, ad avere le occasioni migliori: lo stesso Crimi salva sulla linea un pallonetto aereo di Palacio a scavalcare Belec, e pochi istanti dopo Perisic manca il tap-in da pochi passi sugli sviluppi di un corner. Gli spazi si aprono e l’Inter ne approfitta: al 39’ Palacio raccoglie una conclusione deviata di Perisic al termine di una ripartenza e deposita in rete da pochi metri. Il vantaggio galvanizza i nerazzurri, che nel finale di tempo sfiorano il raddoppio ancora con Perisic, la cui conclusione violenta colpisce solo l’esterno della rete.
GESTIONE NERAZZURRA – L’ingresso di Miranda al posto di Telles fa presagire l’intenzione da parte di Mancini di controllare il vantaggio, evitando i rischi corsi nel primo tempo negli uno contro uno in ripartenza. Nel primo quarto d’ora della ripresa il Carpi mostra meno vivacità offensiva e l’Inter prova a colpire in profondità con i tagli del solito Palacio e dalla distanza con Perisic e Melo a trovare la pronta risposta di un reattivo Belec. Ma il Carpi non è mai domo: Mbakogu si fa valere anche nei confronti di Miranda, e al 68’ è Murillo a salvare tutto immolandosi su un vero e proprio rigore in movimento di Crimi. Come nel primo tempo, la rinnovata verve degli ospiti offre spazi copiosi per le ripartenze nerazzurre.
CAPOLAVORO CARPI – La gestione dei contropiede da parte dell’Inter non è impeccabile: numerose scelte sbagliate nell’ultimo passaggio vanificano le transizioni dell’Inter, che deve anche fare i conti con un super Belec: con un doppio spettacolare intervento il portiere degli emiliani nega il raddoppio prima a Palacio di testa e poi a Melo sulla respinta. Nonostante l’inferiorità numerica (espulso Pasciuti per doppia ammonizione) gli ospiti continuano ad aggredire fino alla fine e rimangono in partita grazie alle chiusure di Romagnoli, perfetto su Icardi e Ljajic in copertura. Nel finale, il neoentrato Lasagna gela San Siro: scappa alle spalle di Miranda e Jesus e con un mancino a incrociare fredda Handanovic. Una doccia gelata per le ambizioni dei nerazzurri, che proseguono il loro digiuno interno.
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